Pollo arrosto (e patate)
In TV va la pubblicità di un sacchetto di plastica per cucinare il pollo arrosto che fa passare questa ricetta come complicata. Al di là dei pregiudizi che potrei avere contro questo tipo di prodotti, il pollo arrosto è una ricetta, come si suol dire, a prova di idiota e che dà invariabilmente risultati molto apprezzati, se si seguono poche regole elementari per prepararlo. La foto, come al solito, non è mia. Poiché penso che tutti abbiano ben presente com’è fatto un delizioso pollo arrostito, ne ho scelta una che rappresenta due polli ancora crudi.
- Un bel pollo intero, svuotato delle sue interiora
- Strutto o altro grasso, un paio di cucchiai
- Erbe aromatiche e spezie
- Sale
Mescolate il grasso con le spezie ed il sale fine. La quantità giusta di sale oscilla tra sette e dieci grammi per chilo di carne, che sono più o meno un cucchiaino e mezzo o due. Dato che un bel pollo pesa circa un chilo e tre etti, ci vuole molto più sale di quanto non verrebbe da metterne ad istinto: almeno due cucchiaini. Tra gli aromi che consiglio ci sono in particolare il pepe nero, il peperoncino e l’aglio schiacciato, che si può usare in abbondanza, dato che in questa preparazione piace anche a chi normalmente non lo gradisce. Per quanto mi riguarda, il rosmarino è banale e la salvia sprecata, ma ciascuno può fare come crede.
Ungete con le mani il pollo con tutto il misto di grasso, sale e spezie, sia all’interno sia all’esterno, dopo aver rimosso eventuali penne che fossero rimaste ancora infisse nella pelle e mettetelo in una piccola pirofila, nel forno caldo a 180 °C.
Lasciate cuocere per circa due ore, rigirando il pollo di tanto in tanto e ungendolo con il grasso che ne cola. L’ultima mezz’ora vi consiglio di alzare la temperautra a 200 °C o più per rendere la pelle più croccante.
Servite subito. Il pollo arrosto si lascia tagliare bene quando è freddo, mentre appena tolto dal forno va facilmente in pezzi. Tuttavia, vi consiglio di servirlo comunque appena cotto.
Il grasso migliore per questo piatto è sicuramente lo strutto, che poi è quello che dà ai polli delle rosticcerie quel gusto speciale. L’olio è certamente più salutare, ma va detto che chi si preoccupa per la propria salute fino a questo punto dovrebbe, prima di puntare il dito sui due cucchiai di grasso del pollo, ragionare sul contenuto di olio, burro e panna di biscotti, cioccolato, snack e gelati, che troppo spesso si consumano in grande eccesso.
Per contorno, potete fare così: pelate delle patate gialle e fatele a pezzetti di circa tre centimetri, quindi bollitele in acqua per cinque minuti e scolatele, oppure cuocetele per cinque minuti nel forno a microonde alla massima poternza, rigirandole a metà del tempo. Prendete alcuni cucchiai del grasso di cottura del pollo e mettetelo in una padella alta o un wok con il manico. Metteteci le patate, salate leggermente e aggiungete, se volete, i vostri aromi preferiti. Saltate le patate nella pentola per una quindicina di minuti o comunque finché non risultano croccanti all’esterno e tenere dentro. Vi consiglio di non usare utensili per girarle, ma di farle saltare in padella come avrete certamente visto fare ai cuochi in televisione. Sembra difficile, ma non lo è, soprattutto con padelle alte e svasate, vi consiglio di provarci senza troppa paura di fare disastri. Questo metodo ha sempre il vantaggio di essere più rapido, ma in questo caso specifico evita di schiacciare le patate e di bucare la crosticina che formano, ragion per cui assorbono poco grasso e rimangono croccantine e asciutte. Un’alternativa più tradizionale è la cottura delle patate assieme al pollo stesso, ma in questo modo risultano davvero troppo grasse per i miei gusti.
mi piace questo blog per il linguaggio, le spiegazioni dettagliate e…quel poco di ironia che non guasta!